IMG-20171110-WA0008.jpgQuando noi ragazzi andavamo alla scuola elementare con la cartella a tracolla ed in tasca una mela o una arancia per merenda, tra illusioni di gloria e di certezza che da grandi avremmo certamente realizzato tante cose scritte nel libro del nostro futuro, pensavamo di essere noi al centro di tutto , invece era il tempo a tracciare il cammino. Si cresceva nella ingenuità e spensieratezza, in un tempo che sorrideva un po’ perche eravamo quasi tutti economicamente poveri, dopo che a causa della grande guerra, cessata da poco, gli italiani leccavano ancora le proprie ferite. Ma si guardava fieri a quel domani lussureggiante e felice in cui tutti credevano e verso cui tutti, cercavamo di rialzarsi nonostante i lutti e distruzioni che tante famiglie avevano subito..

Il tempo è passato e di quelle gioie restano i ricordi. Era proprio nel periodo della spensieratezza e del rialzo economico che il Comitato di Santa Maria, (allora personaggio di rilievo Mincuccio Lucatelli),riusciva a organizzare feste di grosso calibro, potendo invitare personaggi di grosso calibro. E venne l’occasione propizia per poter applaudire il “Reuccio della canzone italiana”: Claudio Villa in persona. Un evento che sconvolse la monotonia delle precedenti feste non sempre riuscite. Mancare all’appuntamento con questo celebre cantante, amato ancora oggi dai nostalgici, grazie anche alle interpretazioni della figlia Manuela, avrebbe avuto lo stesso valore di un oltraggio verso un nome famoso e verso chi aveva organizzato l’evento.

Ad una piazza Vittorio Emanuele stracolma, fece da contrasto la numerosa presenza di spettatori,molti dei quali, non potendo entrare nella piazza per la grossa affluenza, preferì farsi ospitare dai proprietari degli appartamenti i cui balconi menano ancora sulla piazza. Oppure vollero attendere ore interminabili sulle terrazze dopo essere arrivati li chissà con quali espedienti. Claudio Villa fece il suo esordio e cantò le canzoni più celebri e famose del proprio repertorio. Allora non era come oggi . Solo sporadicamente era possibile avere l’orchestra. Per questo non era neanche necessario smantellare la cassa armonica, sufficientemente ampia per accogliere gli ospiti. La musica spesso era già registrata e qualche volta si cantava anche in playbak. Ma il Viestano sapeva facilmente accontentarsi. Gli applausi furono scroscianti e la presenza del cantante aveva appagato in toto le attese .La pioggia dei fuochi artificiali sulla marina piccola diede il fine alla festa, e ai rumori dei botti si confondevano quelli delle giostre allocate dietro “u riand”, in uno stravagante mescolio di luci, musiche e schiamazzi.

Se Claudio Villa fosse ancora vivo canterebbe ancora i brani e i ritornelli, e canterebbe ancora, “addio anni di gioventù, perché non ritornate più?”

Ma forse è meglio tacer le memorie per riporre i sogni in un cassetto da aprire quando se ne sente il bisogno.

(Bartolo Baldi.)

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