1625624 10205573761876496 5656489957343279726 nCome avviene ogni anno, anche lo scorso  9 maggio 2015 a Vieste è stata solennemente festeggiata la nostra protettrice, Santa Maria di Merino. Il tempo, inizialmente un po’ incerto, non ha scoraggiato  la presenza di tanti viestani (molti venuti da lontano) e di tanti turisti a partecipare al  singolare pellegrinaggio a piedi verso l’omonimo Santuario, situato a circa 7 km verso nord e che si è snodato  lungo la litoranea e sulla spiaggia verso Peschici.
La città di Vieste organizza sicuramente una processione probabilmente  tra le più suggestive di tutta la  Puglia, che inizia  al mattino e termina  in tarda serata.
La preziosa statua lignea di Santa Maria di Merino, risalente al XV secolo,  probabilmente di scuola napoletana, rappresenta l’Annunziata nel momento in cui riceve il messaggio divino dall’Arcangelo Gabriele. Lo sguardo della Vergine è stupefatto, quasi incredulo alla notizia che le viene data: Ella sarebbe diventata la Madre di Dio. Il suo sguardo nel contempo   invita alla preghiera ponendosi già alla preghiera. Infatti, mentre è inginocchiata, pone la mano sinistra sul petto e  rivolge l’altra verso l’alto come segno di saluto e di sottomissione per evidenziare il proprio “si” al  progetto di Dio per la redenzione del mondo..
La giornata di festa del 9 maggio 2015, è iniziata con l’esibizione in Piazza Vittorio Emanuele II, alle ore 7,30, da parte dei due Complessi Bandistici intitolati a “G. Cariglia” ed a “P. Rinaldi”. Ed è proprio di li’, dove è la sede del comitato festeggiamenti di Santa Maria di Merino – donato dal Colonnello Cimaglia all’inizio del secolo scorso - che tutti i membri che lo compongono, hanno atteso la giunta Comunale capeggiata dalla Dottoressa Ersilia Nobile e le autorità cittadini Militari e Civili per disporsi in disciplinato ordine e recarsi insieme presso la Cattedrale di Vieste. il popolo viestano era già pronto e già elevava  canti popolari dialettali, vero e proprio patrimonio della tradizione culturale locale, alla sua protettrice, la cui statua era stata già collocata la sera precedente – dopo la solenne Messa Pontificale officiata dall’Arcivescovo -  nell’apposito sontuoso baldacchino, finemente intagliato, e dorato in oro zecchino,  utilizzato nelle due processioni cittadine. Da alcuni anni viene tenuto esposto alla ammirazione dei visitatori presso la Cattedrale di Vieste, anche se protetto da un vetro cristallo.
Intorno alle ore 8,50, la processione ha inizio con l’accompagnamento delle statue di San Giorgio, protettore della città e Arcidiocesi, di Sant’Antonio da Padova, fortemente venerato a Vieste, di San Francesco da Paola, di san Giuseppe, e degli Arcangeli San Gabriele, San Raffaele e San Michele . Tutti i simulacri sono portati  a spalla dai Confratelli delle varie Congreghe i quali, con decoro e responsabilità, offrono il proprio tempo e le proprie energie perché tutto si svolga nei migliori dei modi. La processione vede il massimo del suo trionfo al momento in cui la “cassa nuova” ovvero, il suntuoso baldacchino contenente la Statua della vergine Maria, esce dalla cattedrale. In tale momento le campane suonano a gloria, le bande emettono suoni trionfali, una fragorosa batteria emette i propri rumori ed la gente tra lacrime e canti non può non esplodere in un contenuto applauso e in richieste di grazie. Vieste, in quel momento è sorvolato da rondini in festa ed è tutta un manto di petali di rose lungo le strade percorse dalla processione. 
Tantissimi fedeli  successivamente accompagnano, per tutto il tragitto ed a passo svelto, la cassa contenente la statua della Madonna di Merino,che – prima di intraprendere il viaggio verso Merino – è stata sistemata in un baldacchino più piccolo e più leggero ma anche esso antico e scrigno d’arte, rivolta dal lato del mare come per benedirlo. E come da sempre,  Il cammino è stato  accompagnato da preghiere e canti popolari dialettali ed è stato interrotto da alcune soste di preghiera in corrispondenza delle “pietre delle Madonna”, salutate anche da fuochi pirotecnici. 
All’arrivo al Santuario, poco prima di lasciare la spiaggia per  ricomporre la processione “di campagna” vanno incontro alla Vergine le statue di San Marino monaco,che qui la tradizione vuole che abbia vissuto per alcuni anni,  di Celestino V , che secondo la storia e la tradizione officiò proprio in questo santuario prima di arrivare al castello di  Vieste, per essere poi condotto dalle truppe di Bonifacio VIII verso quello  di Fumone, e da quella di San Michele Arcangelo protettore del Gargano.
Qui è stata concelebrata la solenne Messa da parte del Nostro Arcivescovo Monsignor Michele Castoro e da numerosi sacerdoti. Anche quest’anno, per iniziativa di Don Giorgio Trotta, parroco del Santuario, la Messa è stata trasmessa da Radio Mater sulle frequenze di tutta l’Italia.In differita la stessa, insieme alla diretta televisiva di tutto l’evento, è stata trasmessa dalla televisione Agri TV Vieste che ha reso possibile la visione da parte di tanti telespettatori pugliesi.
Intorno alle ore 16,00 i pellegrini hanno intrapreso il cammino verso Vieste, sempre a piedi, con la cassa contenente la statua della Madonna di Merino, rivolta questa volta verso i campi, sempre in segno di benedizione. Un’ultima sosta all’interno della  antichissima Chiesa rupestre di San Lorenzo,posta sull’omonima baia, per pregare e chiedere alla Madonna ulteriori grazie. Era un pomeriggio buio perché coperto da nuvole. Ma all’arrivo della Madonna, quasi per evento miracoloso, un forte raggio di sole illuminava colpendo solo l’effigie della Madonna,e lasciando la chiesa in una strana penombra.  Dopo il secondo cambio della “cassa” una seconda e solenne processione, ha riattraversato le vie principali salutata dal popolo in festa: Vieste davvero non conosce un’ora più grande di questa, come ha sottolineato il Compianto Don Marco della Malva nel suo libro “la Città e la Madonna di Merino”.
Da alcuni anni il Comitato ha reintrodotto una tradizione che si era persa nell’arco dei secoli, ovvero la consegna alla Madonna della chiave della Città. Essa Viene consegnata alla Vergine da parte del Presidente del Comitato, dell’Arcivescovo e del Sindaco, per sottolineare che Vieste appartiene prima di tutto a Lei e che tutti i Viestani rimangono a Lei sottomessi nel suo volere e nella remota e presente devozione.
JSN Mico template designed by JoomlaShine.com