UNA MOSTRA FOTOGRAFICA PER RICORDARE I NOSTRI "COMITATI"

Archiviata definitivamente la festa del 2019, rimaniamo in collegamento settimanale con i nostri lettori attraverso il nostro sito e la nostra pagina facebook. Abbiamo avuto momenti di stanchezza, ma mai momenti di scoraggiamento anche se, in una vasta platea come è quella di un paese intero, capita chi ci apprezza e chi ci critica, come se organizzare una festa che piaccia a tutti sia un nostro facile compito. Per noi è importante credere che le tradizioni abbiano il potere di aggregare il popolo e di rinsaldare le amicizie. E lo ribadiamo anche a chi invece sostiene il contrario, credendo che nei tempi moderni le feste popolari non abbiano più motivo di esserci.

Noi vogliamo rimanere nei nostri angoli, nella certezza che quando si fa qualcosa in favore della popolazione nulla è sbagliato ( ma nel nostro caso lo facciamo principalmente perché nella nostra pochezza vogliamo onorare soprattutto la Madonna di Merino).

La nostra festa patronale ha origine che si perde nei secoli, e chi ha cominciato ad organizzarla nella parte civile aveva capito bene la necessità di farlo. Vorremmo avere tra le nostre mani una documentazione che ci riporti indietro nei tanti anni. Ogni tanto capita nelle nostre mani qualche documento antico, ma non disperiamo che possa essere nascosto in qualche archivio un documento che parli anche delle origini della “commissione” di Santa Maria. In qualche modo ci ha aiutato l’amico Renzo Vescera che ha inteso organizzare una mostra di foto antiche e recenti in un locale attiguo alla nostra sede di Piazza Vittorio Emanuele, indicando i nomi delle “gloriose squadre”. 

A Renzo abbiamo chiesto perchè abbia pensato a questa mostra. Con semplicità ci ha risposto che era giusto ricordare chi ha lavorato per portare alla luce ogni anno questa festa con tanti sacrifici. “Avrei desiderato avere notizie più approfondite, ci ha confidato, e spero di poter trovare qualcosa nell’archivio della curia vescovile, se avrò l’opportunità di potervi accedere. Per ora mi sono limitato alle foto, riprodotte tutte in bianco e nero, perché i ricordi non sono mai a colori, ma riflettono la malinconia del tempo che passa.