La Madonna del Rosario è una delle piu' tradizionali e  importanti raffigurazioni attraverso la quale la chiesa venera la Madonna. Nella viva ed interessante rappresentazione artistica, la Vergine è rappresentata con una veste azzurra, il bimbo Gesu’ con le braccia aperte,sostenuto da un braccio della Madonna, e una corona del rosario tra le mani.

L'origine della Madonna del Rosario è stata attribuita all'apparizione di Maria a San Domenico nel 1208 a Prouille (Francia), nel primo convento da lui fondato. La Chiesa cattolica celebra la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre di ogni anno.

Ma l’evento forse piu’ esplicito fu la vittoria della battaglia di Lepanto.Papa Gregorio XIII, trasformò questa ricorrenza in festa della "Madonna del Rosario": i cristiani attribuirono il merito della vittoria alla protezione di Maria, che avevano invocato recitando il Rosario prima della battaglia.

La festa della Madonna del Rosario a Vieste era particolarmente sentita fino agli inizi degli anni ’70. Ma poi venne accantonata senza particolari motivazioni. Per lunghi anni la statua venne addirittura “archiviata” in un cantuccio della cattedrale,dopo aver rimosso, per motivi statici, la nicchia  scavata nella cappella della Pala del Rosario, ma che a detta di tanti era un inutile doppione.

Con la elevazione della parrocchia di Gesu’ Buon pastore, questa statua venne trasferita nella nuova chiesa ma in condizioni di bisognevoli ed accurati interventi di restauro, che avvennero circa dieci anni fa. Successivamente  si decise di ripristinare anche l’antica festa e processione della Madonna del Rosario, seppur in una zona nuova di Vieste che è quella del Pantanello e della 167.

In occasione di questa ricorrenza è in festa  la congrega della Madonna del Rosario.Da sempre a questa confraternita è affidato l’incarico di trasportare in processione la statua di Santa Maria di Merino. Proprio in virtu’ di tale incarico, oggi  viene detta anche congrega di Santa Maria di merino, avendo come simbolo le due immagini sia sullo stendardo che sul labaro.