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In una notte dapprima ventilata, ma subito dopo suggestiva e tranquilla, dominante su un incantato panorama fatto da infinite luci provenienti dal centro urbano di Vieste, la vetusta Chiesa di San Lorenzo ha vissuto la festa del Santo di cui porta il nome.

Erano probabilmente piu’ di cento le persone, tutte rispettose delle norme anti covid, che hanno voluto assistere alla santa Messa commemorativa, e trascorrere una delle piu’ importanti notti di agosto, sull’amena collina da cui si poteva godere una fantasiosa gara di luci che sagomavano la città di Vieste e che si specchiavano sul mare. Una ricorrenza, come ha sottolineato Don Tonino Baldi, che non è nuova in questa circostanza. Ma che è stata ripresa dopo svariati anni di silenzio quando già i nostri antichi padri festeggiavano sullo stesso luogo e nella stessa chiesa il Santo delle stelle cadenti.

La chiesa, ora completamente restaurata, è divenuta accogliente e molte persone vengono a visitarla. Di artistico non ha nulla, essendo un luogo di romitaggio. Tuttavia, entrando in questo tempio, si respira subito un’aria di spiritualità e di riposo. Inoltre questo è il luogo in cui, attraverso la Madonna di Merino che ogni anno torna a sostare seppur per qualche ora, le devozioni dei viestani si incrociano per unire concordemente il proprio pensiero e il loro canto alla Madonna.

Ora questa chiesa, che sembrava essere isolata dal resto del mondo, è tornata a splendere, mentre nella notte sembra emettere il proprio faro di luce anche a chi non crede.

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