“Fresca scende ai fiori la pioggia e silenziosa trema l’estate, declinando alla sua fine (H.H)

IMG_20201205_101147.jpgCon l’arrivo di settembre l’estate è dunque alla sua fine. A dire il vero ci pervade un po’ la malinconia dEi tempi belli che arrivano ma poi passano.Però le stagioni sono tutte belle, perché non passano mai senza aver lasciato tanti ricordi, tante meraviglie tanti profumi e tanti buoni frutti. Al mese di settembre del 2022 dovremo aggiungere un altro ricordo, quello di un grosso cambiamento dei parroci nella nostra città. Un cambiamento sul quale il nostro Arcivescovo ha sicuramente riflettuto ed agito esclusivamente per il bene delle anime di Vieste. Solo il tempo potrà dare il proprio giudizio. Ma ora siamo vicini a quelle date che in questi giorni sono state pubblicate e date ampiamente in conoscenza. Chi lascerà per primo la parrocchia ( quella della cattedrale), ma lo farà solo per raggiunti limiti di età , è don Gioacchino Strizzi. Ovviamente dedicheremo per lui un articolo piu approfondito nel giorno del suo commiato. Oggi riproponiamo una piccola cronistoria dei parroci che si sono avvicendati nella cattedrale viestana, di cui è affissa ai lati della cappella di Santa Maria di Merino un dettagliato elenco e di cui è stato proprio don Gioacchino il promotore di questa ricerca che risale alla metài del 1500. Il primo di cui si fa memoria è tale Don Andrea Saputo,di cui però si conosce ben poco. Azzardiamo l’ipotesi che non fosse di origini viestane, considerato che il ceppo del cognome sembra provenire dalla Sicilia o dal Lazio, dove sono presenti molte famiglie. A succedere a don Andrea Saputo ci furono altri sacerdoti quasi tutti dal cognome non viestano. Questo lascia intendere largamente come la nostra città abbia avuto un alternarsi di personaggi oriundi che hanno notevolmente influito anche nella reggenza della cattedrale viestana. Tra le figure recenti e ben impresse nella nostra mente sono Don Luigi Ruggieri , Don Mario Dell’Erba e ovviamente Don Gioacchino Strizzi.

Don Luigi Ruggieri è stato l’arciprete-parroco per antonomasia, avendo assunto questo incarico per ben 54 anni. Oltre mezzo secolo a servizio  e a dedizione completa della nostra piccola ma nel contempo importante realtà ecclesiale. La reggenza dell’Arciprete Ruggieri, tolte le vicissitudini legate alla povertà e alla guerra, probabilmente non deve essere stato troppo difficile. Infatti in quei tempi a Vieste abbondavano i preti per l’ alta situazione vocazionale del tempo. Inoltre a Vieste, un paesino piccolo, isolato e povero, la fede e il rispetto verso “ la chierica” era vivamente vissuto. Quando un sacerdote entrava nella casa di chiunque, tutti si alzavano in piedi ed accorrevano per poter baciare la mano al rappresentante di Cristo. Cosa che oggi non accade piu’.

Don Luigi Ruggieri, un prete un po' burbero ma vicino alla gente povera, lo si incontrava spesso in piazza a discutere con la gente con il suo classico cappello rotondo, quasi impellicciato, e con il bastone,mentre dava suggerimenti e consigli a chi glieli chiedesse.

Don Mario Dell’Erba, parroco dal 1963, fu il sacerdote che ricorderemo per le sapienti omelie. Ma non lesinava rimproveri, anche aspri, quando notava qualcosa che, a parer suo, non era in linea con i dettami pastorali. Don Mario si interessò molto dei primi restauri della cattedrale, che terminarono negli anni 80.Chiedendogli di poter visitare la cattedrale ancora in cantiere, molto volentieri faceva da cicerone.

Don Gioacchino,immediato successore di don Mario, venne fatto parroco della cattedrale di Vieste nel 1987 dal compianto Monsignor Valentino Vailati. Oltre alle normali opere di evangelizzazione, ha realizzato numerose migliorie della cattedrale, a cominciare dagli arredamenti, dall’arricchimento delle cappelle con reliquiarii, o assemblamenti in oro zecchino di alcuni manufatti. Ha organizzato per tanti anni la “festa a Maria” in occasione della novena nella festa patronale, ha realizzato l’impianto mobile per gli invalidi. In ultimo, si è interessato, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Vieste, di far restaurare la volta della cattedrale e di sistemare la nuova illuminazione che ha dato uno splendore tutto particolare al tempio. Ora è tempo di andare….il nuovo anno pastorale si avvicina e proprio come accade per il buon vignaiolo, è tempo della raccolta dell’uva per assaporare il buon vino della sua collocazione a riposo.

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