SANTA_MARIA__n.jpgNon puoi conoscerla per sentito dire, devi guardarla. Non puoi guardarla tramite foto, devi ammirarla da vicino. E la sua festa, non fartela raccontare, devi viverla. Il 9 maggio è il giorno di festa per tutti i viestani, vicini e lontani, un giorno diverso dagli altri, la festa patronale per eccezione in onore alla Madonna di Santa Maria di Merino. La devozione verso la Madonna è qualcosa di decisamente complesso da descrivere: la festa che si apre il 30 aprile lascia entrare chi è a Vieste in quei giorni in un alveo di profumi e sensazioni tipiche di una ricorrenza molto sentita dal luogo e dalla popolazione.

Come diceva il compianto sacerdote viestano Don Mario Dell’Erba, tanto devoto anch’egli di Maria, in una leggendaria e commovente omelia nella santa messa del 9 maggio di alcuni anni fa in Cattedrale, “oggi è il giorno di festa, questo giorno è la Pasqua Viestana”. Niente di più vero in questa celebre frase che accompagna tutti in quei nove giorni, durante l’esplosiva fertilità della primavera, caratterizzata anche dall’arrivo dei primi flussi turistici da ogni parte del mondo, anche loro colpiti e entusiasmati dall’attaccamento e l’affetto rivolto da tutte le generazioni verso la protettrice di Vieste. Come non considerare la magia di questo momento, la gioia dello stare insieme di vivere intensamente ogni anno, ogni 9 maggio, per cui molti viestani, d’origine e fuori sede, decidono di tornare nell’amata Vieste proprio in quei giorni?

È assoluta la consuetudine per molti lavoratori, studenti fuori sede, famiglie all’estero, concentrare le proprie ferie lavorative a scapito di festività natalizie e pasquali, una fattispecie riscontrata da sempre, in cui si evince il carattere devozionale e trasmettitore ai più piccoli che trasmette e tramanda in automatico alle nuove generazioni l’ereditàpreziosa della tradizione e spinge ogni visitatore ancora ignaro alla festa a parteciparvi e ad unirsi in preghiera. Sarà il 9 maggio e sarà ancora una volta suggestivo percorrere poi il tradizionale pellegrinaggio verso il santuario di Merino, “un viaggio con te!” è il pensiero principe di ognuno, dalla strada alla sabbia, tra gli odori dei campi e la brezza marina, è il cammino di preghiera che accompagna Maria verso il santuario a 7 km dal centro abitato, tutti insieme con Lei in un giorno speciale.

Il ritorno è un tripudio di emozione, una processione di luci tra i colori della sera, i viestani che riportano la Madonna verso Vieste, non torneranno a casa senza averla accompagnata al trono, tra gli angeli e i santi, che con le confraternite la aspettano per riprendere il cammino tra la gente. È la festa del popolo, un popolo che nonostante tutto ama festeggiare Maria, omaggiarla con canti e preghiere, rientrare insieme a Lei in Cattedrale a notte inoltrata e ringraziarla della giornata, faticosa ma speciale, perché attraverso la fatica e il sacrificio s’intravede la bellezza delle cose. Il popolo viestano ritrova la sua più fervida devozione nei confronti di Maria l’indomani mattina in Cattedrale, con il saluto più bello, con la preghiera e le lacrime pronte a scendere di chi teme che sia l’ultima volta, di non poter più festeggiarla in vita, di chi invoca la salute e le grazie, di chi non smette mai di sentirla parte di sé.

Sarà il 9 maggio, e sarà festa.

MAX SIMONE

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