
La pietà Mariana vuole che tutto il mese di maggio sia dedicato alla Madonna. Per il viestano la ricorrenza del 16 maggio è il giorno ottavo dalla grande festa del 9 maggio, dedicato alla Madonna di Merino, e già dall’antichità, al calar della sera, chiudevano tutte le celebrazioni della festa patronale. Un tempo l’ottavario era molto più sentito e partecipato dai viestani che, non potendosi recare fino al Santuario di Merino perché non esistevano i mezzi per poter raggiungere la località, e le strade erano molto disagiate, si accontentavano di raggiungere la collina di San Lorenzo, dove ancora oggi il Simulacro di Santa Maria sosta per oltre un’ora al ritorno da Merino. All’interno della Chiesa omonima, antico romitaggio, vengono recitati canti e preghiere dedicate alla Madonna, con la celebrazione della santa Messa.
Sul finire degli anni cinquanta questa Chiesa, diroccata in più parti, venne dichiarata completamente inagibile per cui il Simulacro di Santa Maria, per consentire le preghiere e la sosta, veniva posto sulla “pietra” antistante l’ingresso della chiesa rupestre. L’ottavario per diversi anni più che un pellegrinaggio era molto simile a una scampagnata. Fu negli anni ‘80 che la Chiesa venne ripristinata e destinata ad essere riaperta al culto dopo interventi radicali di restauro. Da allora in questo luogo sacro vennero celebrate le Sante Messe che, in occasione dell’ottavario di Santa Maria e nel giorno di San Lorenzo (10 agosto) assumevano un tono più solenne.
Oggi la Chiesa di San Lorenzo rivive la sua giusta solennità per l’impegno dei pellegrini di Santa Maria e soprattutto dell’attuale parroco don Tonino Baldi. Ma il giorno dell’ottavario venne già reso piu’ solenne anche per intuito del compianto Don Giorgio Trotta che ha voluto in qualche modo far ripercorrere lo stesso itinerario che inizia con il primo sabato di marzo e termina con la festa del nove maggio. Unica differenza : non c’è la statua di Santa Maria…e non ci sono i tanti pellegrini, ma il numero è molto piu’ contenuto.
Oggi la tradizione un po’ è rimasta come nei tempi passati ed un po’ è stata rinvigorita portandola piu’ verso il senso religioso e meno nel senso pagano.
Da questa sera tramonteranno definitivamente i ricordi di una lunga preparazione e celebrazione, ma solo nella realtà,perché quelli spirituali, per chi ha davvero celebrato “la Pasqua dei Viestani”, come questa festa venne definita dall’Arciprete don Luigi Ruggieri e da Don Mario Dell’Erba, resteranno scolpiti ed indelebili fino alla prossima festa di Santa Maria.