La prima domenica di ottobre, per antica tradizione, la Chiesa di tutto il mondo volge i propri occhi verso la Madonna del Rosario. A Vieste, se la presenza della  omonima Congrega si perde nella notte dei tempi, cosi’ non è stato nella devozione particolare verso la Madonna del Rosario, tanto che già dagli anni '60 la processione, che partiva dalla Cattedrale  e attraversava alcune strade del Centro cittadino,venne abolita. Per fortuna non si è perso né il ricordo e né il possesso della statua.

Nella  Chiesa Cattedrale questa statua era sistemata in una nicchia scavata a destra della  stessa cappella dove è custodita la pala del Manchelli e che raffigura la Madonna del Rosario. Un doppione che in effetti "cozzava"  ma che, in occasione dei radicali interventi di restauro della Basilica portati a termine negli anni settanta, venne murata anche per motivi di staticità.

Per molti anni ancora la statua della Madonna del Rosario, rimase nell’oblio , fino a quando, in occasione dell’ apertura al culto della nuova chiesa di Gesu Buon Pastore, si ritenne di dover dare “in prestito” questa statua poiché la nuova chiesa era completamente spoglia di immagini sacre.

Per alcuni anni, l’allora parroco Don Stefano Mazzone, valorizzò questa statua con una “peregrinatio Mariae" in occasione del mese di maggio. Si diede inizio dunque al culto lungo le strade  della parrocchia per la recita del rosario. Successivamente il nuovo parroco Don Tonino Baldi, in collaborazione con il consiglio parrocchiale, ritenne di dover avviare la statua verso un radicale intervento di restauro in quanto la stessa era fortemente danneggiata in più parti, anche a causa della vetustà.Da allora, con atto capitolare, la statua è stata definitivamente donata alla Parrocchia di Gesu’ Buon Pastore.

Oggi è tornata ad essere venerata  come si conviene, sia per rispetto alla devozione mariana da sempre presente nella nostra città e sia per rispetto alla tradizione viestana.

Alla processione vi è un grande concorso di popolo, con la presenza della Congrega della Madonna del Rosario e di Merino e, da qualche anno dai confratelli delle altre Congreghe.