(da “la città e la Madonna di Merino” di Don Marco della Malva)

Il 1 marzo 1815, Napoleone, fuggito dall’Elba, sbarcò presso Cannes. Il Congresso di Vienna sospese i lavori e tutte le potenze delle precedenti coalizioni si trovarono di nuovo unite contro Napoleone. Solo Murat non aderì.

Di nuovo, per terra e per mare, divampò la mischia. Il nove maggio 1815, festa di S. Maria, molto popolo era convenuto a Merino, ove aveva accompagnato la Madonna. Improvvisamente una squadra navale inglese strinse delle navi francesi nelle acque di Merino e lì tremenda si accese la mischia. Le batterie inglesi vomitavano fuoco contro i Francesi e le palle cadevano pure tor­no torno la cappella dedicata alla Madonna.

A tale spettacolo, il popolo atterrito voleva cercare scampo nella fuga. I sacerdoti, invece, l’animavano a confidare nella pro­tezione della Madonna ed oh, prodigio! Le palle cadevano in mezzo alla calca della gente, e neppure uno fu leggermente offeso. A perpetua memoria di quanto accaduto, due di quelle palle si conservano sospese, una nella cappella rurale di Merino e l’altra nella cappella della chiesa cattedrale di Vieste. Cappelle dedicate alla gran Madre di Dio sotto lo stesso titolo » (Masanotti), quello dell’Annunziata.

Oggi le palle votive sono state rimosse, ed una di esse, di per­sona vidi nel locale attiguo alla cappella dell’Addolorata in catte­drale, già sede della Congrega del S.mo Sacramento. 

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