Non sarà difficile trovare analogia ( con conseguenze però meno drammatiche) tra la processione di Santa Maria del 1961 e quella di Sant’Antonio appena trascorsa. Se il tempo ha retto per gran parte mentre si svolgeva la processione ( dopo che la prima avvisaglia di pioggia in arrivo si era già avuta intorno alle ore 18,00)  le nuvole, invocate perché tenessero ancora, hanno scaraventato un violento acquazzone proprio mentre la processione era nella parte finale e che ha costretto tutti a rifugiarsi come meglio era possibile. Cosa più difficile per chi aveva il compito di trasportare la statua del Santo Taumaturgo. I "santiarii" hanno dovuto disattendere l’antico tracciato del percorso processionale nel centro storico, optando per una alternativa più logica e più rapida: quella di deviare verso via Pola ,zigzagando, non senza rischi di scivoloni, tra i tavolini dei ristoranti e il parapiglia di chi cercava un riparo. La nostra memoria ci ha riportato in qualche modo al lontano 9 maggio del 1961, quando fu proprio la statua di sant’Antonio ad aprire il corteo processionale sotto una abbondante caduta di pioggia, dopo che un tragico tonfo aveva appena distrutto la possente statua di san Giorgio.

Sorridente è apparso don Pasquale Vescera, Rettore della Chiesa di San Francesco che, al termine della celebrazione liturgica, ha inteso ringraziare tutti i presenti, e in particolar modo il comitato, le congreghe, il coro e le Suore, che si sono adoperati per la buona riuscita della festa. Don Pasquale ha ringraziato Dio anche per il dono della pioggia, ricordando che “essa ritorna al cielo solo dopo aver dissetato i campi arsi dal sole ed abbeverato gli animali e le persone”. Scherzosamente ha ripetuto che forse tutti avevamo bisogno di una salutare doccia, dopo le fatiche e la calura di una lunga giornata!! E Sant’Antonio quest’anno la sua festa l’ha voluta in questo modo: iniziata con la pioggia, e conclusasi…con un temporale che ha guastato anche i fuochi della conclusione, già rinviati proprio…a causa della pioggia.