CON L'ARCIVESCOVO, RICCHI DI SPERANZA NELL'ULTIMO GIORNO DEL NOVENARIO

Nell’ultimo giorno del novenario dedicato alla Madonna di Merino, ed in un contesto tutto diverso dagli anni precedenti, il nostro Pastore Monsignor Franco Moscone ha celebrato la Messa pontificale del 2020 in occasione della festa dedicata alla nostra Protettrice, la piu’ solenne e la piu’ coinvolgente della nostra città per essere la festa della mamma di tutti.

Una festa che appare molto strana, ma bisogna confidare nella presenza di Maria, ha detto l’Arcivescovo. La gioia di questo momento in cui celebriamo la nostra Protettrice, diventa una grande poesia di amore. E’ molto bello che tra le letture per la nostra festa sia stato scelto il “cantico dei cantici”, ha detto ancora Padre Franco, perché descrive il termine dell’inverno e l’insorgere della primavera, quella primavera che ha ammantato le nostre contrade di un bellissimo verde. Ma diventa difficile elevare il nostro canto perché nel cuore sentiamo ancora il diffondersi dell’inverno che rende difficile mantenere anche i rapporti e le relazioni umane. Dunque tra le letture e quello che stiamo vivendo c’è un contrasto. Ma dobbiamo essere fiduciosi e dobbiamo vedere un futuro che non ci è negato.

Fui molto impressionato lo scorso anno per il numero delle persone, per la processione, per la festa, per le luci . Tutte cose che hanno molto di folklore ma hanno anche tanto di religioso, ha detto ancora l’Arcivescovo. Ma ci sono altre processioni che siamo chiamati a compiere nel nome di Maria: una processione interiore che purifica la nostra mentalità dai tanti aspetti che inquinano le nostre relazioni e i nostri giudizi. Una processione che raggiunga la nostra profondità interiore e che elimini falsi atteggiamenti e interessi sviati. Una processione che ci faccia essere attivi nel modo interpersonale.

Questa sera sono presenti solo il Sindaco e il Vice presidente del Consiglio Regionale a rappresentarvi, e non si vedono le confraternite e il comitato, ha sottolineato in una forma melanconica il Vescovo. Ma questi ci sono ma sono rimasti anche loro nell’ombra. L’invito è quello di capire cosa significa essere compagni di una medesima iniziativa, ha esortato Padre Franco. La mancanza esterna non può esimerci dall’andare a fondo del significato e riconoscere che questa pandemia ci ha bloccato a livello mondiale, ma siamo tutti fratelli e compagni di una medesima situazione dalla quale non possiamo tirarci subito fuori.

Questo essere fratelli e compagni di viaggio sulla stessa barca e sullo stesso pianeta, ha detto ancora Padre Franco, ci faceva illudere di essere tutti sani in un mondo malato. Invece dobbiamo curarci gli uni gli altri e come fratelli siamo responsabili della cura vicendevole.

Lo scorso anno fui impressionato e mi sembrava che tutta la città prendesse possesso di questa bellezza, ha concluso Padre Franco Moscone. Ma se andiamo alla ricerca dei contenuti profondi della nostra festa, la stessa non ci mancherà e l’inverno passerà. Ritorneranno i fiori che rendono vivace il nostro ambiente e la nostra vita e rivivrà la bellezza che rendono unica questa nostra città e questi luoghi. Chiediamo l’intervento di Maria di Merino perché ci renda capaci di farci vivere il nostro senso della vita nella sua bellezza vera.

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