LA STATUA DI MARIA CON LA MANO SUL CUORE

santuario-di-santa-maria.jpgOggi,nella festa del nove maggio,la cattedrale, seppur nel rispetto contingentato alle norme anti covid, era piena delle Autorità civili e militari presenti nella nostra citta’, oltre che di gente comune e dei rappresentanti dei Comitati di Santa Maria di Merino, di Sant’Antonio e di San Giorgio. Anche stamattina le campane hanno suonato a distesa per annunciare alla città viestana la grande festa alla nostra Protettrice Santa Maria di Merino, mentre le strade del centro storico erano addobbate con drappi e cosparsi di petali di rose per il passaggio spirituale della nostra Mamma celeste.

Mi piace contemplare questa statua,ha detto il Vescovo nella sua omelia, perché è particolare. E’ ben raffigurata con una mano sul cuore ed una benedicente. Come per dire io sono la mamma da un cuore grande e vi chiamo tutti a me indicandovi il cielo. Tutto questo la Madonna ce lo ricorda ogni giorno. Ricordare infatti, ha detto l’Arcivescovo, significa portare al cuore, non è solo un qualcosa che rimane nella nostra mente. Abbiamo infatti bisogno di ricordare che Lei è la nostra Madre che intercede per noi ogni volta che ricorriamo a Lei.10322833_706831769381066_1038038093530919830_n.jpg

Una giornata mariana piena ed intensa, nonostante le norme che non hanno permesso di fare festa secondo la nostra tradizione.

Dopo la Messa nella cattedrale viestana, l’arcivescovo si è recato presso il santuario di Merino dove, in concomitanza del tradizionale arrivo del simulacro, ha concelebrato nuovamente la santa messa in occasione della festa patronale. Una omelia, quella del Vescovo, ripetuta per averla proclamata ieri sera nel pontificale, ma sempre bella ascoltarla perché, piu’ che una omelia, è una supplica alla Madonna ispirata dal cantico dei cantici che, ha detto ancora l’arcivescovo, è il preludio celebrativo del mese di maggio e della primavera, nonché della nostra festa che cade il nove di maggio. Il viestano si ispira alla Madonna prima di iniziare le sue attività agricole o turistiche, minacciate ancora fortemente dalla pandemia in atto. Una poesia ecologica che si inebria lungo il tragitto delle strade viestane e lungo le strade di campagna in questo giorno di festa lungo un territorio la cui bellezza e’ unica ed irripetibile. Supplichevole la voce del Vescovo perché la pandemia cessi in quanto abbiamo tutti bisogno di guarire, Un particolare riferimento è stato per la situazione drammatica che stanno vivendo i fratelli dell’India e dell’Africa sempre a causa della pandemia.Ma non è mancato ance il riferimento agli immigrati che ogni giorno affrontano pericoli e perdono la vita. Recentemente, ha detto il vescovo, proprio durante la novena alla Madonna abbiamo avuto uno sbarco qui a Vieste,nella cui occasione il viestano ha dimostrato il suo buon cuore.

Sul trono, a latere dell’altare della chiesa all’aperto, per la prima volta e’ stata posta la statua (in resina) riproducente quella originale in legno verso la quale il cuore del viestano è fortemente legato. Un modo per ricordare al Viestano che non è proprio una statua che ci deve legare alla Madonna ma il suo volto originale che è quello che è presente nel cielo.

Un piacevole fuori programma al termine della celebrazione eucaristica è stata la presenza della nostra concittadina Gaia Petrone, cantante lirica di successo, che ha intonato e cantato  il canto tradizionale "siamo pellegrini"

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