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Con la solenne Messa celebrata nel pomeriggio di domenica 26 maggio e preceduta dal pellegrinaggio a piedi o in macchina da Vieste a Merino da parte di centinaia di devoti, si è concluso il mese di maggio dedicato al  alla venerazione verso Maria Santissima. Un mese particolare che ci ha visti intensamente impegnati nella nostra devozione verso Santa Maria di Merino per i primi dieci giorni, e che si è rinnovata nel giorno dell’ottavario fino alla conclusione odierna. Mentre in Cattedrale, ai piedi di Santa Maria, le celebrazioni continueranno fino alla chiusura oggettiva del mese di maggio.

Tornare al santuario di Merino, ha detto il rettore Don Antonio De Padova, significa rinnovare il nostro impegno verso la Madonna e verso Gesu’. In un certo qual modo, ha detto durante l’omelia, noi non siamo meno fortunati della Madonna perché, mentre Lei lo ha portato in grembo per nove mesi, noi lo possiamo portare nel nostro cuore ogni giorno  avvicinandoci al sacramento della Eucarestia. L’amore e la devozione verso la Madonna deve spronarci ad essere  fratelli che si amano e che si aiutano. Anche noi, ha concluso Don Antonio, con l’aiuto della Santissima Trinità che oggi abbiamo commemorato, dobbiamo sentirci una stessa persona nel corpo della Chiesa.

Dio Padre ha voluto che il suo unico figlio si facesse uomo nascendo dalla Vergine Maria. E Lei è stata scelta prima della creazione del mondo. Maria è la prima donna, anzi la prima creatura che è stata concepita nel disegno del Padre.

Al termine della celebrazione liturgica, è stato recitato il Rosario con le fiamme delle candele che risplendevano al calar della sera, mentre alcuni canti popolari  hanno sancito la chiusura del mese e di tutte le celebrazioni dedicate a Santa Maria di Merino. Un arrivederci da tutti con il classico canto dialettale: Statte bbona Madonna mia, l'anne ch ven turnam a vni'!!

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