Non poteva esserci conclusione più bella di un novenario molto partecipato,ha detto don Gioacchino Strizzi all'inizio della celebrazione Eucaristica per il rito della reposizione della statua della Madonna di Merino nella sua cappella,rivolgendosi all’assemblea e al Celebrante Monsignor Domenico D’Ambrosio. Una festa particolare di Santa Maria, che resterà nei ricordi di ognuno di noi.
E per questo riecheggiano nella mente e sono vive le parole di apprezzamento verso la nostra festa espresse ripetutamente dal Vescovo Padre Franco già durante il pontificale dell’8 maggio, riempito di meraviglia per cosi tanta presenza in tutte le celebrazioni liturgiche e in particolar modo durante la processione e il pellegrinaggio verso Merino.
Padre Franco inoltre ha voluto essere “pellegrino tra i pellegrini” ( e non era mai accaduto da parte di un vescovo) portando a spalla la portantina della Madonna di Merino lungo le strade di Merino, ma anche in un breve tratto del Lungomare Europa al ritorno della sera,
Se Padre Franco, nostro Arcivescovo, ha avuto parole di affetto verso la Madonna di Merino,sotto la cui protezione ha inteso mettersi più volte affidando anche l’intera comunità viestana, Monsignor D’Ambrosio ha ribadito al pari il suo attaccamento filiale a Maria e il suo affetto verso Vieste, ritenendosi un “peschiciano atipico”. Insieme i due Presuli hanno sottolineato che amare la Madonna di Merino significa amare Vieste ed amare Vieste significa amare i viestani. La Madonna unisce e, dal momento in cui Gesu’ l’ha consegnata al genere umano, Ella non ha mai cessato di proteggere tutta l’umanità.
Viviamo particolari momenti di disagio nella nostra città, ma tutto ciò non deve scoraggiarci, ma soprattutto spronarci perchè il male si possa vincere,anzi il male deve essere vinto. Nella Madonna sono riposte le nostre attese, le nostre speranze per ritornare alle attività di tutti i giorni.Perchè Maria è la donna riempita di grazia da Dio, che l’ha benedetta per sempre. Ma anche Viete è stata benedetta per sempre da Dio che ha donato alla nostra città lo splendore e le meraviglie della natura fra le più belle al mondo, ma soprattutto ha donato la presenza continua di Maria, verso la quale dobbiamo sentirci attratti ogni giorno e non solo il nove maggio.
Non sono mancati momenti di intensa commozione durante il rituale in cui la statua è stata portata dal baldacchino processionale alla sua nicchia. Saranno spenti a breve tutti i riflettori che ci hanno visti partecipi di questa devozione, ma da Maria ora dovrà dividerci solo una lastra di vetro. La sua presenza continuerà ad essere viva soprattutto se in queste giornate avremo imparato che l’amore si manifesta piu che con le parole, soprattutto con i gesti.
In un clima piu autunnale che di piena primavera, è cominciata la festa.
Attraverso il suono ripetuto di campane a festa, squarciato dal fragore dei ventuno colpi, Santa Maria di Merino ancora una volta è stata la protagonista principale di una festa che si perde nel tempo, e che ci fa ritornare ogni anno fanciulli quando, dotati di impeccabili occhialini di plastica,che i nostri genitori ci compravano dal venditore di palloncini, venivamo portati per la mano per il timore che potessimo smarrirci.
E se la banda cittadina Gerolamo Cariglia ha portato armonia nelle strade della città, le bambine del gruppo “Ritmi e nastri” della Parrocchia Gesu’ Buon Pastore si sono contraddistinte in un favoloso spettacolo danzante lungo il piccolo viale che conduce alla “pietra della Madonna”.Le luminarie hanno diffuso la luce e il calore di un corso principale vestito a festa, mentre in cattedrale gli attori della compagnia “i scarp assult” hanno presentato il loro entusiasmo con la rappresentazione “aspettanne santa Marie”, che ha concluso la XXV edizione della “festa a Maria”. Tutto, compreso il sole di una giornata fredda, ha contribuito a svolgere il primo giorno nei migliori dei modi.
Ora è festa! Vieste sarà in festa fino alla mezzanotte del 10 maggio per onorare la Santa Vergine Maria. A tutti auguriamo di cuore che il passaggio di Santa Maria tra le nostre strade e le nostre contrade, dispensi davvero “favori e grazie” perché il viestano, buono di carattere, diventi ancora più buono, e i cuori induriti delle persone malvagie possano convertirsi per far ritrovare la gioia in chi da tempo l’ha persa.
Buona festa. Ci ritroveremo su queste pagine alla conclusione dei festeggiamenti
Don Antonio per la Chiesa Universale non è ancora ufficialmente santo, ma il viestano lo riconosce tale già dal giorno stesso della sua morte o forse ancora prima. Un tracciato reale della sua santità, quando egli era presente nella sua parrocchia o nella vita quotidiana o ancora nella sua famiglia, è stato presentato dall’Associazione Angeli H di Vieste con l’ausilio di "Nicola e la compagnia della solidarietà".Una bella manifestazione inclusa nelle serate dedicate alla Madonna di Merino durante la XXV edizione della “festa a Maria”.
Don Antonio fu un sacerdote animato da grandi ideali sacerdotali che aveva necessità di portare a termine in breve tempo, forse perché sapeva che il tempo per lui disponibile non era molto. Dunque bisognava fare tutto in fretta. Don Antonio è stato il frutto visibile di una grazia abbondante che ha interessato Vieste nel periodo immediatamente successivo all’ultima guerra mondiale, quando la povertà e le malattie erano molto frequenti. La forza di don Antonio scaturiva dall’amore verso Gesu’, come risalta spesso dai suoi scritti, e lo pregava continuamente. Per questo Don Antonio riusciva a "far scendere Gesu sulla terra ogni giorno”, come i ragazzi diversamente abili hanno recitato e cantato durante la rappresentazione. Infatti la preghiera raggiunge sempre il cuore di Gesu’, soprattutto se ad intercedere per gli uomini vi è la presenza materna della Madonna.
Don Antonio aveva “due mamme”, quella del cielo ( la Madonna) e quella terrena , la signora Minichina che, nella sua tenerezza e povertà riusciva sempre a camuffare le “marachelle” portate a termine da Don Antonio a beneficio dei poveri.
Grazie all’amore verso i poveri,verso i bambini e verso gli ammalati, la fede dei viestani è rimasta sana, e forse rafforzata dagli eventi bellici, politici e sociali della prima metà del secolo scorso. La stessa famiglia di don Antonio pur avendo già problemi economici, viveva nella fede genuina e nel timore di Dio. Ma sapevano che ogni giorno avrebbero comunque avuto la possibilità di poter mangiare ugualmente un tozzo di pane, lo stesso che Don Antonio nascondeva nelle sue tasche per poterlo regalare a chi non avrebbe potuto mangiare.
Don Antonio è santo, Don Antonio è santo, Don Antonio è santo. Lo hanno ripetuto tutti all'unisono, in un coro che è sicuramente salito al cielo per incontrare il nostro più illustre concittadino.
Continua la festa a Maria nella sua XXV edizione. Ideata e tenacemente voluta ogni anno da Don Gioacchino Strizzi, Parroco della cattedrale viestana, la festa a Maria ci prepara alla festa grande del 9 maggio. Si avvicendano per questa occasione personaggi di varia entità, appassionati di cultura o la cui missione è quella di diffondere il messaggio evangelico attraverso l’arte o la poesia o la musica. L'appuntamento dedicato all’Associazione volontaria “i Poeti del Gargano” ha avuto poeti provenienti da alcuni paesi del nostro comprensorio che, insieme a poeti viestani,si sono proposti per recitare poesie in dialetto o in italiano, inneggianti alla Madonna o al ricordo di festività mariane ormai lontane nei ricordi, ma che riconducono all' unica Madre venerata sotto infiniti titoli, di cui ognuno si sente legittimato a chiedere la protezione.Quelle dei poeti del Gargano sono vere “perle dialettali”, di un grande amore per la propria terra e, nell'occasione, di vero amore verso il Santo Protettore della propria terra.
Nel nostro contesto abbiamo già colto il loro desiderio creando da tempo sul nostro sito web una finestra dedicata ai viestani lontani che sentono la nostalgia della festa patronale della nostra città.Soprattutto sentono la nostalgia della Madonna e cercano di venire a salutarla con qualsiasi mezzo possibile. Alcuni di loro hanno già pubblicato un loro scritto. Le loro richieste saranno soddisfatte se ce lo chiederanno ancora. Il nostro sforzo è quello di essere un collegamento poetico in ogni momento in cui il desiderio di Maria diventa più forte.
Un anno fa arrivava una notizia che non avremmo mai voluto ricevere, seppure fosse nell’aria già da tempo. Monsignor Michele Castoro, nostro arcivescovo, nella notte tra il 4 e il 5 maggio aveva chiuso gli occhi per sempre.
Eravamo nel cuore della novena in preparazione alla festa di Santa Maria di Merino, e proprio in coincidenza dell’inizio sarebbero stati celebrati i solenni funerali nella Chiesa di San Pio da Pietrelcina, come lo stesso Arcivescovo aveva chiesto e desiderato.
Una notizia che ci lasciava di sconcerto per il lutto in cui la nostra Chiesa Diocesana era caduta, ma che altrettanto ci turbava perché non sapevamo come fare per la festa imminente e, come accade spesso in queste occasioni, ogni decisione poteva essere quella sbagliata. Ci consigliammo con gli stessi sacerdoti del Capitolo Cattedrale e il suggerimento unanime fu quello di cominciare la festa alcune ore dopo, ovvero appena conclusa la cerimonia funebre. La festa cominciò in sottotono e lo stesso programma venne variato, seppur ci mortificava l’idea che la cosa migliore sarebbe stata quella di iniziare la festa al mattino successivo.
Abbiamo avvertito la mancanza della nostra guida nonostante la presenza di Monsignor Domenico D’Ambrosio ci era di conforto. Una mancanza durata per molti mesi e sostituita nelle poche occasioni da Monsignor Luigi Renna, Vescovo di Cerignola ed Ascoli Satriano.
Oggi la nostra Chiesa Garganica vanta la presenza di un Vescovo che si è fatto voler bene dal primo giorno di insediamento, Padre Franco Moscone. Della nostra festa gli è stato già abbondantemente descritto. Certamente avrà ancora da meravigliarsi fra qualche giorno,quando potrà toccare con le proprie mani e i propri occhi la devozione dei viestani e la bellezza di Santa Maria che ci protegge, ora che fra le schiere dei beati sicuramente è accanto anche monsignor Michele Castoro.