L’estate richiama prepotentemente gli ospiti della nostra città. E mentre ci prepariamo a dare vita ufficialmente alla stagione piu’ movimentata dell’anno, Vieste è pronta per svolgere l’ultima festa di primavera, quella di Sant’Antonio da Padova .Tanti si uniscono in preghiera dalle loro case verso il santo di Padova o intendono seguirlo lungo il percorso processionale viestano che, causa covid,per due anni non ha potuto riconoscergli questo tributo. Sant’Antonio di Padova è conosciuto in tutto il mondo per i segni prodigiosi che si sono verificati grazie alla sua intercessione. Il primo segno che oggi continua ad verificarsi è proprio la manifestazione di affetto che si stringe attorno a lui nella processione e durante i giorni della tredicina ormai al termine. Camminare: è il momento suggestivo del credente. Camminare per ripartire. Camminare per avere la possibilità di risollevarci. Camminate per arrivare il piu’ lontano possibile nella certezza, che, stanchi, il Signore saprà attirarci a sé con il fascino della sua bontà. Una credenza popolare viestana ormai in disuso, racconta che Sant’Antonio passa dalla cattedrale per “salutare" Santa Maria. Vogliamo credere in questa tradizione. Sant’Antonio saluta la Madonna ancora una volta prima di rinchiudersi nella sua nicchia aspettando il nuovo anno per farle festa e per esaltare la sua santità e devozione dei viestani, «Popolo» e «viaggio» Coralità e cammino!
Buona festa di Sant’Antonio.
CON L’OTTAVARIO, CONCLUSE LE CELEBRAZIONI IN ONORE DI SANTA MARIA DI MERINO
Mentre il sole faceva capolino tra le colline che si affacciano sul mare della baia di San Lorenzo, la campana dell’omonima chiesetta chiamava a raccolta i devoti di santa Maria di Merino per la celebrazione della Santa Messa che, dall’alba dei tempi, è stata sempre celebrata nella ricorrenza dell’ottavario, ovvero otto giorni dopo la grande festa del nove maggio che ci ha visti coinvolti tutti insieme per onorare la nostra mamma celeste. E nessuna mamma, ha detto Don Tonino, rettore della chiesetta, desidera che i propri figli siano disuniti o, peggio, si dichiarino guerra tra di loro. Non importa di quale nazione appartengano. Siamo pellegrini e siamo figli tuoi, recita un nostro canto popolare che abbiamo cantato a squarciagola nei giorni passati, e i figli della Madonna non sono solo quelli di Vieste, ma sono le intere nazioni, l’intera umanità che è sparsa sull’intero globo terrestre. E’ Necessario dunque dire basta alle violenze, basta agli odi, ma che le popolazioni siano unite tutti insieme, che siano concordi, cioè con un unico cuore che pulsa l’amore vero: quello della Madonna.
Un altrettanto canto antico, al momento del congedo, ha echeggiato nella vallata di San Lorenzo: statte bbona Madonna mia. Ora è tempo di andare per mettere in atto tutto quello che abbiamo ricevuto, ora che arriva l’estate e che arriveranno i nostri ospiti per godere anche loro delle bellezze che Vieste sa offrire da sempre.
Con gran consorso di popolo si sono concluse le celebrazioni religiose in onore della nostra protettrice Santa Maria di Merino. A presenziare per la prima volta la celebrazione eucaristica è stato don Gabriele, parroco di Vico del Gargano e neo eletto sacerdote capitolare della cattedrale di Vieste. Non sono di Vieste, ha detto don Gabriele, né sono parroco qui. Ma faccio parte del capitolo di questa concattedrale e mi sento onorato di poter presenziare questa celebrazione eucaristica che ci vede tutti riuniti intorno a Santa Maria di Merino. Sono rimasto particolarmente colpito per la vostra devozione e il vostro attaccamento a questa statua che rappresenta la Vergine Maria. Guardatela bene, come l’ho osservata io. Questa statua ha una mano alzata. Essa indica il cielo perché si sottomette a Dio, ma contemporaneamente guarda il suo popolo, il vostro popolo e con la stessa mano vi benedice. Alla Madonna è necessario rivolgersi nelle ore di angoscia, nelle ore di attesa, nelle ore di speranza come è forte la speranza di questi giorni di poter presto uscire dalle preoccupazioni portate dalla pandemia, anche se sembra che ne stiamo uscendo, e dalla guerra in atto nelle varie nazioni del mondo.
Una sempre toccante cerimonia quella che tradizionalmente è seguita mentre la Madonna veniva prelevata dal baldacchino che ha portato la Madonna attraverso le nostre strade e che , in un gesto composto e particolare, oggi l’ha portata verso la sua casa del quotidiano, quella che è posta all’inizio della navata entrando in chiesa, proprio ad indicare che la Madonna è sempre al suo posto per indicarci ogni giorno la nostra strada.
La festa religiosa è terminata, la festa civile è al suo epilogo e ci attende per accomunarci. Ma lo struggente canto “statte bbona Madonna mia” non dovrà mai essere un invito a rivederci solo tra un anno con Lei, ma subito e certamente a cominciare già da domani.
Amici di Vieste, dopo il duro periodo della pandemia, sembrava quasi impossibile poter riprendere le nostre tradizioni in modo cosi’ encomiabile per tutti. Ma la Madonna di Merino ci ha incoraggiato cosi’ come lo è stato per lo splendido sole che ha accompagnato le nostre giornate. Come non ringraziare tutti coloro che hanno offerto il proprio contributo per svolgere la festa nei migliori dei modi? Lo vogliamo dire innanzitutto a chi, nelle proprie sofferenze fisiche o morali, ha pregato per noi sostenendoci ai piedi della Vergine Maria. Lo diciamo all’Arcivescovo Padre Franco che, con la sua devota ammirazione per quanto è stato fatto, ci è stato di grosso sostegno. Lo diciamo al Vescovo Emerito Monsignor Domenico D’Ambrosio, innamorato della nostra statua e del nostro territorio. Grazie al Capitolo della Concattedrale, al rettore del Santuario di Merino e al Coro Interparrocchiale che ha animato tutte le principali funzioni liturgiche. Grazie ai gruppi che si sono alternati nelle varie serate di preghiera della “festa a Maria”.Grazie alle Confraternite di Vieste che lavorano sempre con spirito di abnegazione per rendere una processione ordinata e sempre bella. Grazie alle bande musicali, grazie alle bambine del gruppo parrocchiale “Ritmi e Nastri” e alle loro maestre,ai gruppi affermati dei “pizzeche e muzzeche” e della “vestesene”. Grazie alle ditte dei fuochi articifiali per l’ esibizione di alta qualità e a quelle delle luminarie per i colori vivi ed artistici delle luci. Grazie alla associazione di Gargano TV, che quest’anno davvero si è superata con le nuove tecnologie per far vivere la festa ai viestani sparsi nel mondo ma soprattutto per portare conforto ai tanti ammalati .Grazie all’Amministrazione Comunale per la loro presenza fisica e per il grande sostegno economico (senza tale aiuto forse quest’anno non ce l’avremmo fatta a raggiungere i nostri obiettivi), al Comando della polizia locale ,alle Forze dell’Ordine,a tutti i volontari delle varie associazioni di protezione civile in Vieste per il loro segno di abnegazione nella migliore riuscita dei festeggiamenti, a cominciare dall’inizio della novena per concludere nell’ultimo giorno della festa. Un ringraziamento particolare va al gruppo dei pellegrini di Santa Maria che ci “appianano” la strada già dal primo sabato di marzo e ai sigg. Michele Gentile e Gaetano Quinto per il loro impegno nell’imbiancare gratuitamente tutte le “pietre” della Madonna. Grazie al fotografo Salvatore Riccardi, pronto ad immortalare tutti i momenti della festa. Non vorremmo dimenticare nessuno per questo diciamo grazie a tutti coloro che hanno fatto in modo che tutto si svolgesse secondo i nostri progetti.
OGGI ABBIAMO PIU’MOTIVI DI FESTA
Alla presenza di una marea di fedeli, è stata celebrata la messa pontificale in onore della Madonna di Merino di cui celebreremo solennemente la ricorrenza il 9 maggio. La festa patronale di Santa Maria di Merino, ha detto l’Arcivescovo, ci identifica. Essa ha accompagnato e continua ad accompagnare la nostra città. Ma sono tanti i motivi di festa in questa IV domenica di Pasqua. Primo perché oggi è la domenica del Pastore buono, ovvero del Pastore bello. Secondo perché oggi è la festa della mamma ma oggi è soprattutto la vigilia della grande festa dedicata alla Madonna. Quante coincidenze oggi, ha sottolineato monsignor Franco Moscone. Allora oggi possiamo dire che è la grande bellezza, ma una bellezza particolare perché oggi il Signore ci permette di fare festa dopo che siamo stati con cuore contrito perchè la pandemia per due anni non ci ha permesso di essere qui tra questa straordinaria marea di gente . e domani , ha detto ancora il Vescovo,ne saremo ancora di piu’ Questa sera contempliamo tutti insieme una meraviglia del Signore. Gesu’ è la meraviglia del Signore, la Madonna è la meraviglia del Signore. Tutto si puo’ applicare alla bellezza che si raduna per il Signore. Questa sera si rivede la bellezza di essere chiesa e di essere città a Vieste. La bellezza di chi ha costruito e tramandato la storia di questa meravigliosa città. Tutto è segno di bellezza ed è bello essere chiesa ed essere città. Mi raccomando, ha concluso l’Arcivescovo alla fine della celebrazione della Messa, mantenete bella Vieste ed il suo territorio e rendetela sempre piu' bella attraverso le relazioni con l’ambiente, le relazioni con le persone e le relazioni con Dio. Buona festa con la Madonna di Merino.
E lo diciamo anche noi del comitato: buona festa con la Madonna di Merino. Saremo con voi, saremo tra di voi per inneggiare alla nostra cara Mamma.